Professionisti a confronto in un seminario sul tema del ritiro sociale e l’istruzione domiciliare

Si è tenuto oggi presso l’Auditorium della Regione a Pordenone (e in streaming sul sito della Regione), il seminario dal titolo “Il ritiro sociale e l’istruzione domiciliare. L’esperienza del progetto Scuola in Quartiere”: un’occasione di formazione dedicata ai professionisti della rete di istituzioni e realtà del territorio che coopera per rispondere ai bisogni formativi di pre adolescenti, adolescenti e famiglie del territorio pordenonese che si trovano temporaneamente a vivere una delle possibili forme di ritiro scolastico e sociale.

Il seminario rappresenta l’ultimo appuntamento di un ciclo di 3 incontri, sostenuto dall’Ufficio Scolastico Regionale, i primi due svolti online, rivolti a docenti di scuola primaria e secondaria, docenti di Scuola in Ospedale, educatori professionali, operatori sanitari e assistenti sociali: una serie di appuntamenti volti ad approfondire le basi scientifiche del fenomeno, confrontarsi tra professionisti e progettare azioni concrete.

Il progetto Scuola in Quartiere vede coinvolta la Fondazione RagazzinGioco in collaborazione con il Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza dell’ASFO pordenonese, l’Istituto Comprensivo Pordenone Sud e la Fondazione pediatrica Le Petit Port.

Gli interventi

Il seminario si è aperto con l’intervento di Franco Santamaria, del comitato scientifico della Fondazione RagazzinGioco; a seguire Serena Ricci, dell’Istituto Minotauro di Milano, ha affrontato il tema del lavoro con i ragazzi ritirati in una prospettiva evolutiva. A seguire Silvia Burelli dell’IC Pordenone Sud e Katia Bolelli della Fondazione RagazzinGioco hanno presentato il lavoro e le attività didattico-educative nel territorio pordenonese della Scuola in Ospedale e della Scuola in Quartiere.

Scuola in Quartiere

Il progetto Scuola in Quartiere opera, fin dal suo avvio nel settembre del 2022, su due binari paralleli ma profondamente connessi l’un l’altro.

Da un lato il lavoro con gli adulti: docenti, operatori e operatrici dei servizi socio-assistenziali e sanitari, educatori ed educatrici, addetti/e ai lavori che a vario titolo sono entrati in contatto con tali situazioni di fragilità e che si interrogano sul proprio ruolo nei processi di cura.

Dall’altra parte il lavoro in presenza con adolescenti e preadolescenti: ciascuno con una storia diversa, con le proprie ricchezze e fragilità da accompagnare. Il processo di lavoro con questi/e ragazzi/e non si struttura in un unico modello da replicare: la Scuola in Quartiere, infatti, è molto di più.
Si tratta di accompagnare la persona (dal punto di vista educativo, scolastico, socio-sanitario, formativo) in un momento particolare e verosimilmente temporaneo del suo percorso di vita, cercando di individuare, insieme alla rete multidisciplinare di professionisti/e, la strada o i percorsi più adatti per rientrare nelle dinamiche scolastiche, sociali e relazionali fondamentali per la crescita e il benessere di ciascuno/a.